“Vaga-bonde” di Marianna Merisi

I tempi sono scuri e l’anima è sospesa. Ma libri e fiori sono unguento e nutrimento: sempre ne abbiamo avuto convinzione, ma ora è certezza.

Abbiamo pensato di guardare le nostre città, in questo momento intatte, cercando di individuare le piccole piante dei muri, che fioriscono negli angoli, nelle crepe, qualcuna con un profumo più intenso, qualcuna con un profumo sottile.

Le anemofile sono davvero la milizia della natura, si diffondono, si intrecciano, si spostano e ti inducono a essere un osservatore attento perché la stagione successiva può darsi che non saranno più dove le hai viste la prima volta.

Abbiamo incontrato un libro: Vaga-bonde. Una guida pratica per piccoli esploratori botanici[1].

La narrazione è scorrevole, ingenua e stupefatta e tanta parte è dedicata, appunto, ai semi, ovvero alla ricchezza da dare al vento.

Tra le piante, un po’ vistosa rispetto alle sorelle minime, troviamo la Plantago major che dai testi antichi degli erbari e degli erboristi arriva fino ai bordi dei nostri ruscelletti: meritatamente chiamata Plantago per la forma delle foglie come i piedi. L’inflorescenza è elegante, contenuta fino alla maturazione, quando si diffonde come un fuoco d’artificio.

Potremmo portarci il libro con noi e fare una camminata lungo il Mugnone, dovizioso ed esuberante di molte specie.

Buona primavera, nonostante tutto.


[1] Marianna Merisi, Vaga-bonde. Una guida pratica per piccoli esploratori botanici, Topipittori: PiNO  Piccoli Naturalisti Osservatori, 2017

Apriamo l’anno…

… nel continuare la scrittura-commento sulla Vita Nuova …abbiamo incontrato il romanzo/saggio di Pupi Avati, “L’ALTA FANTASIA. Il viaggio di Boccaccio alla ricerca di Dante” (Solferino 2021), che ci ha rapito con le sue metafore e l’incredibile bellezza.

Di fatto la Vita Nuova domina la scena narrativa: diventa il viaggio del fanciullo Dante, orfano triste e nostalgico del materno, con lo stupore estatico dell’incontro con Beatrice, anticipo di visione angelica e paradisiaca.

“Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

…sono versi di una liricità universale…
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
[…] (Cap XXVI)

…gentilezza e pudore, gentilezza e bellezza angelica tra sguardi, silenzi, estasi.

Nove anni sono trascorsi dal primo incontro, ma la tensione amorosa in Dante è un anticipo di eternità.

La vita di Beatrice scorre, segue tappe usuali e, ancora adolescente, va sposa.

Il sentimento d’amore viene sublimato in contemplazione pura e alla morte precoce di Beatrice Dante scriverò la Vita Nuova.

Ma il viaggio spirituale continua e Beatrice diventerà la guida per raggiungere la contemplazione del Paradiso

A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ’l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,

l’amor che move il sole e l’altre stelle.” (Canto XXXIII)

Sublimi sono le parole dell’ultimo omaggio di Dante alla donna amata

“Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d’alcuna” (Cap XLII)

La morte si riscatta con l’eternità della poesia.

A conclusione del nostro percorso attraverso gli spunti ispirati da la Vita Nuova (qui e nei post precedenti), vorremmo riprendere il tema della Fantasia: la nostra associazione, le nostre vite, necessitano, oltre il quotidiano, di queste metafore; Fantasia, per tracciare un ponte tra passato, ovvero la storia, e il presente, rapidamente futuro. Ad apertura d’anno e per tutto l’anno, vorremmo che fosse il filo conduttore degli eventi, delle conversazioni, della nostra ricerca.

Eia Maria Pentericci