… come promesso, sintetizzeremo in questa e in successive pagine del sito, le questioni approfondite negli incontri dell'”inverno 2023-24. per fare memoria ma anche per offrire spunti di riflessione e ricerca sui temi dell’Archivio

Iniziamo dall’incontro del 14 febbraio 2024 con Silvia Florindi daltitolo “Donne e piante nella Preistoria. Una storia nascosta”.
Qui di seguito il suo contributo del quale la ringraziamo.

La conferenza “Donne e piante nella Preistoria. Una storia nascosta” ha visto la trattazione delle ultime ricerche del team tutto femminile dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, che ha cambiato la narrazione sui protagonisti della Preistoria.
Donne e piante hanno giocato insieme un ruolo determinante sin dalla più antica storia dell’umanità, ma entrambe sono state finora trascurate dalla ricerca preistorica. Trovare le loro tracce richiede una ricerca mirata: tutto quanto è di origine vegetale è destinato a scomparire molto rapidamente a causa dell’alta deperibilità, e la sua presenza negli scavi resta nascosta. Un po’ come la presenza delle donne.
È possibile, anzi probabile che anche le donne abbiano cacciato e partecipato a battute di caccia, dove era richiesta la partecipazione di tutta la comunità. Ma è forse più importante stabilire l’importanza della raccolta nell’economia delle società, rispetto alla caccia, tradizionalmente sopravvalutata.
La raccolta di prodotti vegetali, frutta, semi, cariossidi, tuberi, foglie ecc. a scopo alimentare, medicinale, per costruzione, abbigliamento, suppellettili, costituiva certamente la base fondamentale della vita nella maggior parte delle popolazioni Preistoriche. Ed è probabile che la raccolta avvenisse principalmente ad opera delle donne. E tutto questo richiedeva delle conoscenze molto approfondite sul mondo vegetale.

Per comprendere meglio la relazione tra queste due protagoniste della storia evolutiva umana, sono stati presentati gli studi condotti nei siti di Bilancino (Firenze) e di Poggetti Vecchi (Grosseto). 

Le scoperte di Bilancino hanno prodotto per la prima volta la testimonianza diretta della preparazione di cibi vegetali complessi, sotto forma di farina, nella dieta di Homo sapiens, almeno a partire da 30.000 anni fa. Assai prima dell’”invenzione” dell’agricoltura, nata circa 10.000 anni fa in Medio oriente, i cacciatori raccoglitori erano già in grado di trasformare, elaborare e consumare prodotti derivati dalla raccolta dei vegetali selvatici.

Poggetti Vecchi offre invece un’opportunità eccezionale per studiare il comportamento dei primi Neanderthal in un contesto ambientale e climatico estremamente particolare. Il sito, datato a oltre 170.000 anni fa, si trova nei pressi di una sorgente termale di acqua calda dove, nel 2012 sono stati trovati non solo i resti di ben sette Elefanti antichi morti per cause naturali, ma, in mezzo alle ossa di elefante, sono emersi anche strumenti in pietra e bastoni di legno straordinariamente conservati.

I bastoni in legno, alcuni dei quali recanti tracce di uso del fuoco per la lavorazione, sono stati interpretati come “digging sticks”, bastoni da scavo. Ancora oggi questi strumenti fanno parte dell’equipaggiamento delle residue popolazioni di cacciatori-raccoglitori, tradizionalmente usati dalle donne per recuperare radici, tuberi e altri prodotti spontanei, ma anche per cacciare piccole prede.

Sia la raccolta di vegetali, la macinazione, la produzione di farina fatte a Bilancino, che l’uso dei bastoni da scavo a Poggetti Vecchi ci parlano delle piante e delle donne che le hanno utilizzate per la comunità.

La raccolta di prodotti vegetali a scopo alimentare, medicinale, per costruzione, abbigliamento, suppellettili, costituiva certamente la base fondamentale nella maggior parte delle popolazioni Preistoriche, a parte quelle che vivevano in aree desertiche calde o fredde. Ed è probabile che la raccolta avvenisse principalmente ad opera delle donne. E tutto questo richiedeva delle conoscenze molto approfondite sul mondo vegetale.

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