Colta, sensibile, carismatica, dotata di una memoria formidabile da cui attingeva per effettuare fulminee connessioni tra l’hic et nunc del presente e l’enorme patrimonio culturale del passato in suo possesso, Ezia Maria Pentericci è stata per chi l’ha conosciuta, apprezzata e amata, fonte e ispirazione, ‘magistra’ e compagna ironica di quotidiane avventure.

Con mente limpida, lingua elegante e tenacia ‘prassica’ ha immaginato mondi, segnato percorsi raffinati in cui natura e cultura si rispecchiavano per arricchirsi reciprocamente, botanica e arte si intrecciavano compenetrandosi.

Le sue ultime forze, come presidente dell’Archivio storico del frutto e del fiore, sono state rivolte ai Taccuini Botanici ai quali aveva dedicato un ciclo di incontri presso il Laboratorio 13 del Conventino per studiare, nel mese di novembre, le piante e gli alberi da frutto autunnali mentre il mese di dicembre era trascorso nella descrizione e nell’analisi etno-storica delle essenze che avrebbero composto i bouquet natalizi. Ed è così che desideriamo ricordarla, nella saletta del Conventino traboccante di verde, circondata dalle amiche di una vita, mentre accoglie nuove presenze insegnando, con delicatezza e sapienza, ad intrecciare rametti di abete, di ginepro, di pungitopo, di asparagina, di agrifoglio, per rendere più bello e profumato il Natale.

Serena Cenni

Panchina al Palmerino dedicata a Ezia

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