I tempi sono scuri e l’anima è sospesa. Ma libri e fiori sono unguento e nutrimento: sempre ne abbiamo avuto convinzione, ma ora è certezza.

Abbiamo pensato di guardare le nostre città, in questo momento intatte, cercando di individuare le piccole piante dei muri, che fioriscono negli angoli, nelle crepe, qualcuna con un profumo più intenso, qualcuna con un profumo sottile.

Le anemofile sono davvero la milizia della natura, si diffondono, si intrecciano, si spostano e ti inducono a essere un osservatore attento perché la stagione successiva può darsi che non saranno più dove le hai viste la prima volta.

Abbiamo incontrato un libro: Vaga-bonde. Una guida pratica per piccoli esploratori botanici[1].

La narrazione è scorrevole, ingenua e stupefatta e tanta parte è dedicata, appunto, ai semi, ovvero alla ricchezza da dare al vento.

Tra le piante, un po’ vistosa rispetto alle sorelle minime, troviamo la Plantago major che dai testi antichi degli erbari e degli erboristi arriva fino ai bordi dei nostri ruscelletti: meritatamente chiamata Plantago per la forma delle foglie come i piedi. L’inflorescenza è elegante, contenuta fino alla maturazione, quando si diffonde come un fuoco d’artificio.

Potremmo portarci il libro con noi e fare una camminata lungo il Mugnone, dovizioso ed esuberante di molte specie.

Buona primavera, nonostante tutto.


[1] Marianna Merisi, Vaga-bonde. Una guida pratica per piccoli esploratori botanici, Topipittori: PiNO  Piccoli Naturalisti Osservatori, 2017

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